Anno Domini 1791. Per ufficiale concessione dei Commissari di Zecca della Serenissima Repubblica di Lucca, all’argentiere Giovanni Bastiani viene rilasciata la licenza per l’esercizio dell’arte secondo quanto stabilito dallo Statuto della “Matricola degli Orefici e degli Argentieri”.
Da oltre duecento anni, la Bottega vive attraverso l’opera maestosa, seppur piccola, dei suoi artigiani, i quali, negli anni, ne sono stati artefici, amanti, custodi: prima i Bastiani, poi i Favilla, quindi i Giovacchini hanno mantenuto il mestiere di argentiere all’interno del ristretto ambito famigliare, trasmettendosi di padre in figlio il prezioso segreto dell’arte. Nell’ arborato cerchio di Lucca, “sul canto dell’Arcivescovato”, La Bottega di Nello (che oggi prende il nome da Nello Giovacchini, venuto a mancare nel 2013, erede morale della tradizione e padre dello scultore Cesare) abita il piano terra di una casa risalente al Medioevo, con la piccola vetrina che si affaccia sul piazzale tergale della Cattedrale. Chi si avvicina incuriosito può ascoltare il suono di un sommesso martellare, il leggero graffio sordo del traforo; può ammirare le mani di Cesare Giovacchini che modellano, sbalzano, incidono, mentre lui sta seduto in un angolo di città in cui passato e presente si fondono, creando un legame inscindibile. L’artigiano è affiancato dal cugino Angelo, al quale lascerà in eredità l’attività: insieme, alba dopo alba, realizzano arte sacra e profana, anima e corpo; la patente di orafo e argentiere, gelosamente custodita, sorveglia il loro lavoro dall’alto, quasi a tenerli costantemente sotto esame. È la collocazione stessa della Bottega a suggerire la sua attività primigenia (e ad oggi ancora la più importante): la lavorazione di oggetti di argenteria sacra e arredi liturgici. Gli artigiani si occupano anche di interventi di restauro su argenti antichi, interventi che necessitano sempre di un accurato lavoro di ricerca a monte; per questo la figura dell’argentiere di bottega “rappresenta sempre una terra di mezzo tra l’artigiano-artista e lo storico dell’arte” [1], unendo sapere tecnico e coscienza critica.
Nel 2010, le vicende artistiche e umane della Bottega si concretizzano nella tesi di laurea di Marta Giovacchini, figlia di Cesare, e vengono quindi rielaborate nella forma di un volume dal titolo Eredità di una Bottega di Argentieri a Lucca, (Maria Pacini Fazzi Editore).
[1] Cit. Marta Giovacchini, Eredità di una Bottega di Argentieri a Lucca, MPF Editore, 2014